Scrittore francese. Si stabilì a Firenze,
dove frequentò assiduamente il salotto della contessa d'Albany. Tornato
in Francia nel 1812, acquistò particolare celebrità per il suo
atteggiamento violentemente critico, antimonarchico, antinobiliare e
anticlericale. Buon grecista, tradusse Senofonte e Luciano. Ebbe una vivace
polemica con i letterati fiorentini in relazione a un brano inedito del romanzo
Dafni e Cloe di Longo Sofista, da lui scoperto in un manoscritto di
Firenze. Pubblicò quest'opera a Roma, nella prima edizione con testo
integrale, facendone anche un'elegante traduzione (Parigi 1772 - Véretz
1825).